La ricchezza della diversità e la valorizzazione delle caratteristiche personali di ogni individuo sono tematiche che si stanno facendo sempre più spazio all’interno della cultura aziendale e dei metodi per fare marketing (digital e non solo). Ma cosa vuol dire concretamente questo nuovo acronimo, D&I, e come può essere utile il Marketing Inclusivo alle aziende oggi? Scopriamolo insieme.
Diversity and Inclusion (D&I) e Marketing Inclusivo
Il termine “Diversity & Inclusion” indica tutte le operazioni finalizzate a promuovere un ambiente lavorativo inclusivo all’interno di un’impresa. Questo concetto va a braccetto con il “Marketing Inclusivo”. Infatti se la D&I mira a valorizzare la diversità dei dipendenti di un’azienda per migliorarne le performance, il Marketing Inclusivo riflette questo pensiero sui consumatori, non più visti come una categoria socio-demografica o un insieme di dati, ma come cuori pulsanti fatti di emozioni e di sensazioni, ognuno con le sue preferenze personali e inclinazioni.
Il Marketing Inclusivo insieme al ruolo sempre più importante della Diversity & Inclusion contribuiscono ad accrescere le opportunità di business e ad innalzare il livello dei servizi offerti, andando ad intercettare in maniera precisa e realistica le esigenze dei consumatori.
Il ruolo attivo delle aziende
Nel corso degli ultimi anni la società è cambiata, è diventata più esigente e attenta a tematiche etiche, sociali e ambientali. La vicinanza sempre più marcata tra consumatori e aziende poi ha trasferito una sorta di responsabilità a queste ultime. Oggi ai brand viene richiesto non solo di offrire servizi e prodotti di qualità, ma anche un impegno attivo nel sociale o per l’ambiente, ad esempio.
Di questo meccanismo fa parte anche il Marketing inclusivo: le imprese hanno la responsabilità di rappresentare tutte le diverse sfumature che caratterizzano i loro clienti, in modo da non far sentire nessuno escluso. “Inclusione” e “realtà” sono infatti le parole d’ordine delle nuove campagne di marketing digitale e offline.
Brand Inclusivi: sono importanti per i consumatori?
La risposta è “assolutamente sì”. In un sondaggio condotto da Microsoft il 70% dei partecipanti ha affermato di essere più incline a fidarsi delle aziende che rappresentano la diversità nei loro annunci.
Fare pubblicità inclusiva vuol dire alzare l’asticella fornendo un servizio o un prodotto pensato per i consumatori in ogni loro sfaccettatura. Allo stesso tempo adottare una strategia digitale marketing inclusivo significa anche coltivare la propria brand reputation, l’immagine aziendale, e raccogliere il consenso delle persone che si identificano in determinati valori; in questo modo si crea con il proprio utente o cliente un vero e proprio legame emotivo, estremamente più forte di quello meramente commerciale.
3 consigli per una strategia di digital marketing inclusivo
- Rappresentare la realtà nella sua autenticità
“Il mondo è bello perché è vario”, si dice, e non c’è un periodo storico migliore di quello attuale per riflettere questo concetto nelle campagne del tuo brand. L’utente che si identifica nell’annuncio, nei valori o nella mission della tua azienda troverà più facilmente nei tuoi servizi o prodotti una risposta alle sue esigenze. Non è necessario rappresentare stereotipi esteticamente “appetibili” se non risultano attinenti alla realtà.
- Spazio ai contenuti emozionali
Vogliamo colpire al cuore i nostri utenti, calarci nel loro quotidiano per capire al meglio di cosa hanno bisogno. Un’offerta di qualità raccontata con l’obiettivo di sollecitare la sfera emotiva del nostro destinatario sarà molto più efficace di una comunicazione puramente referenziale e neutra.
- Accessibilità
È importante studiare con cura le caratteristiche dell’utente a cui ci rivolgiamo e il contenuto della comunicazione, ma fondamentale renderla accessibile a tutti.
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